Perché mio nipote è un bambino così, di quelli che quando gli interessa un argomento ci torna su più volte.
Se lo fa spiegare.
Poi ci pensa.
Metabolizza.
E ci impiega il suo tempo.
Dipende dall’argomento, magari ci ritorna dopo pochi minuti di silenzio, magari dopo giorni.
Così, quando meno te lo aspetti, il mio piccolo supereroe ti ripropone la questione.
Ti spiega quello che lui ha capito e ti piazza lì altre domande.
Credo lo faccia per chiarirsi ulteriormente le idee.
Anche se secondo me spesso le idee le ha già chiare.
Però è un bambino che vuole essere sicuro.
Vuole essere sicuro di aver capito bene.
Vuole essere sicuro di ricordare bene.
Così quel giorno con mia sorella eravamo andate al cinema a portare i nipotini a vedere un cartone animato e poi ci eravamo fermati a mangiare una cosa.
Siamo andati nella trattoria tipo tirolese, quella che fanno i piatti per i bambini con il secondo e il contorno e poi il giochino.
Ma è meglio del Mac. A me non piace il Mac. Voglio dire, quell’hamburger è troppo sottile per meritare quel nome.
Insomma, io e mia sorella avevamo ordinato la grigliata mista ed erano arrivati anche i piatti ai bambini, e mentre G. mangia una patatina gli viene in mente una domanda.
E gli viene in mente proprio in quel momento, e non prima e non dopo, e non si comprende bene neanche da quanto tempo ci stesse pensando.
Ed inoltre lui sa anche già la risposta.
Ma si vede che sente che quello è il momento giusto nella sua vita di bambino per rinforzare nella sua memoria come nascono i bambini.
E ci apparecchia lì la domanda.
- Mamma come nascono i bambini? Ma non la storia di come si fanno. No, no. Voglio che mi racconti di nuovo come nascono dopo che stanno nella pancia.
E mia sorella inizia la spiegazione.
Che lei è una in gamba, lei è una che i termini le vengono in mente subito.
I termini quelli giusti al momento giusto.
Lei mica ci pensa. Lei ha la sua spiccata proprietà di linguaggio.
Ma mica da ora. Da sempre.
Infatti ora organizza e tiene corsi di formazione per dirigenti.
Non è mica come me, che ogni tanto devo andare a riacchiapparlo il cervello, che quello è gitano, se ne va ogni tanto in viaggio e a me tocca riprenderlo ogni volta.
Alle volte anche giù dalle nuvole mi tocca riportarlo.
E penso ai termini che non mi vengono e inizio a dire "coso" in tutte le sue coniugazioni, declinazioni, singolare, plurale, cosale.
Dai il coso. Quello lì, no? quello che serve per cosare!
Uffa.
Insomma lei è lì che spiega da mamma con la proprietà di linguaggio di una mamma manager.
Ché loro la ascoltano sempre estasiati la loro mamma, ché si vede che le vogliono un bene grande così.
E G. finito il racconto fa quella cosa che fa spesso. Sta zitto. E pensa.
Poi posa la patatina.
E parla:
- Ah e quindi escono da lì. Oh!
Meno male che sono nato col parto cesareo!
Beh… m’è capitato anche a me medesimo…
http://aquilanonvedente.wordpress.com/2008/08/22/quinqui-post-pre-feriale-da-dove-escono-i-bambini-preferenze-abitative-dubbi-su-babbo-natale-dignita-sportiva-libri-che-non-leggero-in-vacanza/
Non so se sono stato sufficientemente “manageriale”…
Troppo carino! Grazie per avermelo linkato!
🙂
Quando stanno zitti e pensano io tremo, perchè so già che dalla loro boccuccia uscirà una domanda super imbarazzante. E io ovviamente non saprò come rispondere, balbetterò e nelle loro testoline arriverà solo il messaggio che “Zio non sa niente”.
Come ti capisco!
Mi capita anche con le domande meno imbarazzanti…l’altro giorno stavamo vedendo l’imitazione di Crozza bastardchef “vuoi che muoro?”, e un finto concorrente portava un “tripudio di ravioli”.
– “zia che vuol dire tripudio?”
Ecco, io avevo il vuoto cosmico su come spiegarglielo, non mi veniva in mente neanche un sinonimo! 😯
-“G. andiamolo a cercare su google così lo leggi e te lo ricordi meglio..”
😀
Questo si che è un “Gran Finale”!
Strepitoso il nipotino!! Quanti anni ha?
Infatti è il finale del nipotino!

Ne ha fatti 11 da poco.
L’episodio risale a quando ne aveva 10, mi è rivenuto in mente tra una nuvola e l’altra 🙂
cavolo come son cambiati i tempi, quand’ero bambino io non si usava mettere all’angolo i genitori 🙂
mi permetto di linkarti un racconto su come si facevano le indagini tra ragazzini, nei primi anni 70 🙂
http://aereoplanini.wordpress.com/2013/01/01/come-nascono-e-rinascono-i-bambini/
un saluto
alex
Ciao Alex, grazie del link e benvenuto!
Vado a vedere il link perché mi tocca da vicino visto che sono dei primi anni ’70!
🙂
Ehi, qui c’è del materiale utilissimo…io ho ancora tempo…il mio supereroe ha solamente 6 mesi…ma mi sto già preparando alle temibili domande dei marmocchi…
Bene! Prepara anche carta e penna o il tuo blog, per farne una bella raccolta!
P.s. Il nome del tuo blog è troppo simpatico! 🙂