Sapersi vendere

Uno dei miei difetti è il non sapermi vendere bene.

La vendita è una forma di strategia, a me sembra di “stregoneria”, esistono persone che ammaliano i loro interlocutori, convincedoli e coinvolgendoli.

Coloro che sono buoni venditori di loro stessi hanno, solitamente, uno spiccato talento nell’arte della parola, tramite orazioni pompose e solenni catturano l’attenzione e trasformano ogni loro piccola azione in una impresa straordinaria, ogni elemento che compone la loro vita diventa il migliore che esiste sul mercato.

Il loro lavoro è il più soddisfacente e il più impegnativo, la loro preparazione è superiore rispetto agli altri, si ritengono spesso circondati da incompetenti, così devono passare le giornate a risolvere anche i problemi degli altri e, di norma, ci riescono egregiamente.

Il quartiere dove abitano è il più bello, il più comodo, il più centrale e tendono, spesso e volentieri, a farsi passare a prendere propro perché sono convinti che per andare in qualsiasi posto della città, tu dovrai necessariamente passare vicino a casa loro, essendo, notoriamente, il centro del mondo.

Sono sempre in forma, il loro corpo è il più agile e scattante…pur non andando in palestra da mesi e non seguendo alcuna dieta particolare.

Sono così bravi con le parole e così accentratori che riescono a fare loro, e a proporle nel proprio repertorio, anche le azioni compiute da altri, questo avviene nel caso in cui loro ritengano che queste azioni possano apportare del beneficio nella promozione del proprio io.

Alcune persone rimangono totalmente affascinate da questi venditori, diventando contemporaneamente compratori e promotori dei loro prodotti.

Chi invece non è bravo nella promozione di se stesso può sperare di avere a che fare con quella categoria di persone su cui i venditori non hanno presa.

Quelle persone che si rendono conto naturalmente di chi è chi, e di cosa è cosa.

Le persone che sanno leggere tra le righe, che guardano al di là della coltre di fumo, coloro la cui mente non si lascia ubriacare da mille parole.

Non sono brava a vendere me stessa o cerco un corso accellerato alla Bocconi o spero di incontrare nel mio percorso quest’ultimo tipo di persone.

4 pensieri riguardo “Sapersi vendere

  1. Credo che sapersi vendere passi attraverso la considerazione di ciò che si fa per cui, più hai talento, più ti è facile fare qualcosa, meno sarai portato a valorizzarlo.

    Se ti costa fatica, se ti costa un gigantesco sforzo perché, diciamocelo, tutte queste capacità non ce l’hai, apprezzerai di più quello che hai fatto, e comunicherai quanto sia meraviglioso quel prodotto a malapena decente.

    Un grande artista, una persona di talento, difficilmente è buon manager di se stesso: ci vuole un venditore prosaico e crasso per trasformare il suo lavoro in moneta sonante. Peccato che, queste monete sonanti, generalmente se le tenga lui.

    E’ questo il grosso limite di chi le cose le sa fare: che le fa senza sforzo, che non si accorge neanche di averle fatte, che non capisce che gli altri non le sanno fare, che per lui è naturale farle, e farle presto e bene: è così che non le vende.

  2. E’ vero, il sapersi vendere è un’arte.
    Riuscire a valorizzare i propri sforzi, le proprie realizzazioni non è alla portata di tutti.
    Molte volte, però, chi più riesce a creare folle adoranti è solo una icona, un prodotto vuoto della società attuale.
    Perché chi ha realmente dentro qualità, morali e intellettuali, riuscirà sempre a trovare persone disposte ad ascoltarlo, a parlargli, ad aiutarlo, propense anche a richiedere il suo aiuto ben sapendo che lui ci sarà.
    Gli altri, i venditori, i rappresentanti di se stessi?
    Mah …. temo per loro grosse delusioni

  3. Sono d’accordo sul fatto che le persone di talento siano difficilmente buoni manager di loro stessi.

    Forse la natura compensa in questo senso, così chi non ha gran talento, l’unica qualità che può affinare è quella della vendita, per apparire, più che essere…

  4. Ciao Andrea, benvenuto.
    …dici: “Perché chi ha realmente dentro qualità, morali e intellettuali, riuscirà sempre a trovare persone disposte ad ascoltarlo, a parlargli, ad aiutarlo, propense anche a richiedere il suo aiuto ben sapendo che lui ci sarà”, ed è vero.

    Ciò su cui rifletto è che per questo ci vuole del tempo e alle volte ne abbiamo a disposizione poco.

    Mi viene in mente una frase: non esiste mai una seconda occasione per fare una buona prima impressione.

    Ma poi penso che il tempo è galantuomo…

    Vabè chiudo sennò faccio la fiera delle frasi fatte! 🙂

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