No infatti no, posso solo immaginarlo.
Io poi non sopporto le frasi che iniziano con un no.
Come quelle persone con cui parli ed esprimi un concetto e loro ti rispondono iniziando la frase con un no, ma poi esprimono la stessa tua opinione. Non so, anche nelle cose importanti.
-
Sai ho provato la matita collistar per gli occhi (ma si può dire la marca in televisione?), è la migliore.
-
No, guarda io ne ho provate diverse, Dior, Chanel (che non è la figlia di Totti), la migliore è la collistar.
Ecco appunto ma non dicevamo la stessa cosa? E allora perché inizi la frase con un "no"?
Che poi non è neanche collistar la migliore, secondo me, non so come mi sia venuta in mente.
Ricomincio.
Sì infatti, posso solo immaginarlo.
Perché l’ho già detto: figli non ne ho.
Che mi ricorda un po’ la Bertè.
Quindi dicevo, sono sola a casa mia che mi faccio compagnia, io che gioco con la mente, che non sono intelligente, me la prendo con la gente, ho due nipoti.
E mi ricordo perfettamente il giorno in cui sono nati.
Il giorno in cui è nato lui.
Il giorno in cui è nata lei.
E lo sai quale è stata la cosa che più mi ha stupito?
Di me stessa intendo, la cosa che non mi aspettavo da me.
L’amore.
Sì l’amore mi ha stupito.
Perché io non pensavo di poter provare qualcosa del genere.
O meglio, non pensavo di poter provare l’amore con questo slancio.
O meglio, slancio non è il termine esatto. Credo che non sia appropriato, che non esprima bene ciò che intendo, ma non ne sono sicura. La ragazza vicino a me in metropolitana ha altissimo il volume del suo iPod, e la musica rock che ascolta rimbomba anche nelle mie orecchie e arriva nella mia testa e non è proprio il genere che ascolterei prima di mezzogiorno e mi concentro su questo rumore e mi distraggo e non ricordo più quello che ti volevo dire.
Ora però sono scesa dalla metro e mi ricordo, mi ricordo che volevo dirti del sentimento che ho provato quando li ho visti per la prima volta e non li conoscevo e non potevo credere che io potessi provare un sentimento così nei confronti di esseri umani di cui ancora non sapevo nulla.
Un sentimento così ardente come quando ho dato il primo tiro di sigaretta della mia vita che mi ha raschiato la gola bruciandomi i polmoni.
Così travolgente come i cavalloni di fine estate quando mi ci tuffavo dentro e mi lasciavo trascinare dal vortice fino alla battigia.
Così vigoroso come la mano di mio padre che stringeva la mia di bambina trascinando tutto il mio corpicino in una corsa a perdifiato per il vialetto della casa al mare.
Così inarrestabile come la risata che mi provocava il divertimento di quella folle corsa.
Così generoso come quando mia sorella mi lasciava staccare e mangiare il "cappello" della rosetta.
Così sfacciato come quando da adolescente mi sentivo depositaria di verità assolute.
Così fresco come l’aria che avevo sul viso quando mio zio mi portava in giro sulla sua spider decappottabile.
Così incontenibile come l’acqua della fontanella con cui da bambina riempivo il bicchiere telescopico di plastica, che a me usciva sempre fuori.
Così limpido come il cielo che ho visto solo quando sono stata di notte in mezzo al mare che senza luci puoi contare tutte le stelle.
Così incontrollato come quando mi lanciavo in discesa sulla neve con quello strano disco slitta in plastica che non aveva neanche i freni.
Così solido come le spalle di mia madre che mi consola a qualsiasi età.
Così piacevole come andare a casa di mia nonna che mi faceva sempre trovare le gelatine di frutta e gli after eight.
Così caldo come il mio cane che si accuccia nello spazio che si forma tra le gambe e la pancia quando mi accoccolo sul divano a leggere un libro.
Così temibile come l’apprensione che aveva mia madre quando ritardavo il coprifuoco la sera.
Così impegnativo come gli allenamenti che non potevo saltare perché dopo poco avevo le gare.
Così pieno come il secchiello che da bambina riempivo di sabbia per portarlo a mio zio che costruiva un vulcano.
Così emozionante come quando mio zio prendeva i fogli di giornale li accartocciava lì metteva sotto al vulcano e accendeva il fuoco e io vedevo il fumo uscire dal cratere.
Così avvincente come le favole che mi raccontava mia madre per distrarmi e non farmi pensare alla paura quando dovevo fare la puntura.
Così istintivo come quando infilavo il dito nell’impasto della torta che riposava nella ciotola prima di essere messo nella teglia del forno.
Così sensato come i sillogismi di Aristotele.
Così profondo come il pozzo nel giardino della casa in campagna di mio nonno, che ci buttavi un sassolino e non sentivi mai il rumore dell’impatto con il fondo.
Così inebriante come l’odore della mortella, che si conosce meglio come bossolo o bosso comune, che mi riempiva le narici quando arrivavo sul viale di entrata della casa di campagna.
Così schietto come le parole che danno voce ai pensieri dei bambini.
Così infinito come il luogo dove si incontrano due rette parallele.
Così disorientante come la prima volta che ho fatto l’amore che ho avuto bisogno di altre volte prima di rendermi ben conto di cosa stesse succedendo.
Così trepidante come la prima volta che ho letto il diario di Anna Frank.
Così disarmante come le giustificazioni che mi ha dato mio zio quella volta che l’ho incontrato mentre usciva dall’enoteca con la bottiglia di superalcolico nascosta nella busta di carta del pane.
Così incoraggiante come i complimenti inaspettati.
Così commovente come quando ho visto per la prima volta mio padre piangere.
Così rinvigorente come quando ho visto per la prima volta mio padre difendermi con tutte le sue forze.
E continuerei a cercare di spiegare, perché non so se poi ci sono riuscita, perché mi è venuto questo di modo per spiegare l’amore che provo e non ne trovo altri al momento, che poi sai non è mica che sia una questione semplice questa dell’amore e in tanti ci hanno provato e molti hanno detto delle parole che condivido, ma non me la sento ora di fare citazioni, ché volevo provare da sola e mi sono venute queste parole qui…
ma sono arrivata in ufficio e me ne scappo subito in stanza che oggi non ho proprio voglia di incontrare le regine di cuori.
Va bene, volevo solo dire che se questo è quel che provo io per i miei nipoti, con le dovute proporzioni, posso solo immaginare cosa un genitore provi nei confronti dei figli.
Sì, lo so.
Solo un’altra piccola cosa, concedimi solo di dire che a me non piace, non piace il potenziale offensivo che percepisco celato nella frase:
"tu non puoi capire perché non hai figli".